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Carol, recensione su Almanacco Cinema

Carol, un delicato melodramma oltre il tempo

Carol è un film di Todd Haynes del 2015, tratto dall’omonimo romanzo di  Patricia Highsmith originariamente intitolato The Price of Salt del 1952.

In occasione del Pride Month tra i film assolutamente da vedere (o recuperare) c’è Carol, romantico e drammatico diretto magistralmente da Todd Hayness.

La pellicola ha ottenuto ben 22 candidature nei festival cinematografici più prestigiosi fra il 2015 e il 2016: Oscar, Golden Globe, David di Donatello, BAFTA, SAG Awards e Festival di Cannes; proprio in quest’ultimo ha vinto il premio di miglior attrice Rooney Mara.

Carol – The price of Salt

The price of Salt è un romanzo del 1952. La prima versione fu censurata e firmata con lo pseudonimo di Claire Morgan. Nel Regno Unito venne pubblicata invece la versione integrale del romanzo, ma il vero nome dell’autrice apparve solo nel 1989.

Carol

Carol è il secondo romanzo pubblicato dall’autrice Patricia Highsmith. La Highsmith, fu costretta a pubblicare sotto falso nome e a trovarsi un nuovo editore, perché innanzitutto non era un poliziesco come il suo primo romanzo (Sconosciuti in treno, 1950), e si dubitava del un successo di un libro su una relazione saffica.

Chiaramente il suo vecchio editore Harper & Brothers si sbagliava, la versione tascabile vendette un milione di copie. L’autrice riscosse molto successo e critiche positive dalle persone della comunità LGBTQ+ del tempo. Si fa riferimento a lettere ricevute dalla Highsmith da donne che la ringraziano di aver scritto, finalmente, una storia d’amore lesbica con un lieto fine a discapito delle rappresentazioni negative dell’epoca.

Carol: la versione cinematografica

L’adattamento cinematografico di Carol, diretto da Todd Hayness e scritto da Phyllis Nagy, rimane molto fedele al romanzo. Il film, inoltre, è stato riconosciuto come il più acclamato dalla critica specializzata mondiale nel 2015.

Complice anche un cast d’eccezione, che vede come protagoniste la famosissima e meravigliosa icona di stile Cate Blanchette la premiata Rooney Mara. A spalleggiare e fare da contorno a questa drammatica storia d’amore ci sono anche Sarah Paulson e Kyle Chandler

Carol

New York, 1952. La storia si apre in un ristorante nel bel mezzo di una conversazione fra due donne sedute allo stesso tavolo. Non sappiamo nulla di loro, ma percepiamo che fra le due c’è un segreto che non possono rivelarci.

Facciamo un passo indietro e la loro storia inizia.

Therese Belivet (Rooney Mara) poco più che vent’enne, lavora in un grande magazzino di Manhattan, è fidanzata con Richard (Jake Lacy) che vorrebbe sposarla. Ad infatuarsi di lei c’è anche Dannie (John Magaro) un amico della coppia che lavora al Times. Therese però vuole altro: un lavoro più gratificante e una relazione che l’appassioni veramente.

Il piatto mondo di Therese, termina quando incontra Carol (Cate Blancett). Una cliente diversa dalla massa ed elegante, entrata per acquistare un trenino elettrico per sua figlia. Bastano poche battute ad accendere la miccia fra le due donne. 

Un guanto dimenticato è l’occasione per Therese di rimettersi in contatto con Carol. Le due donne si rivedono a pranzo e qui scopriamo la vita di Carol. Sposata con Harge Aird (Kyle Chandler) ha una figlia a cui è molto attaccata, da tempo però la coppia vive separata e stà divorziando.

Sole durante le feste di Natale e congelate nelle convenzioni dell’epoca, Carol e Therese decidono di allontanarsi da New York. Inizia un viaggio on the road verso Ovest, nel quale sono finalmente libere di esplorare il loro amore, senza preoccuparsi di occhi giudicanti.

Carol

Durante uno dei loro pernottamenti, avvisate da Abby Gerhard (Sarah Paulson) ex amante di Carol e attuale migliore amica, scoprono che il marito ha ingaggiato un investigatore privato al fine di ottenere prove a discapito di Carol per l’affidamento esclusivo della bambina.

Infatti, nell’America della Guerra Fredda, l’omosessualità era considerata come un disturbo sociopatico della personalità.

Carol vola a New York per risolvere la faccenda con il marito, nel farlo abbandona Therese in un albergo. Sarà Abby a riportarla a casa. Separate per qualche tempo, hanno modo di risolvere i loro problemi esterni, ma non possono stare a lungo separate. Carol, chiede a Therese di rivedersi e le troviamo nel luogo dove è iniziata la storia, in quella conversazione a noi ignota.

Finalmente siamo entrati con tutte le scarpe nel loro mondo e nei loro traumi. Le protagoniste vengono separate ancora una volta, Therese torna nel suo mondo ordinario e ripercorre la vita infelice che conduceva prima di conoscere Carol. Non ci sono dubbi, quella vita non fa per lei, abbandona la festa alla quale si trova e torna dalla sua amata. Seppur timorose del futuro che le aspetta, le due donne si guardano sorridendo.

Carol e Therese, un amore da proteggere

Carol racconta di una storia d’amore travolgente fra due donne, in un epoca in cui l’omosessualità non poteva essere dichiarata ed era considerata una malattia mentale da curare.

Come fu il romanzo, una perla preziosa durevole nel tempo, anche i personaggi di questa storia sono delle creature parte di un fragile ecosistema in un mondo ostile.

Il tappeto musicale, candidato agli Oscar e i Golden Globe, è composto dal noto compositore Carter Burwell. La musica avvolge calorosamente le protagoniste e riempie la delicatezza che questo di questo film.

La fotografia è firmata da Edward Lachman. I colori freddi della città, come il verde, riflettono inermi sui volti delle attrici. Filtrate dai vetri delle automobili o delle vetrine, Carol e Therese vivono ma si proteggono da queste barriere architettoniche create dall’uomo, nonché causa della loro impossibilità ad amarsi alla luce del sole.

Anche lo spazio che le circonda è opprimente, quando vediamo raccontato il mondo ordinario di Therese, lei si ritrova in uno spazio confinato ancora più piccolo di quello del fotogramma. Lo stesso vale per Carol, è soffocata dalla folla che la circonda, ma nonostante questo riesce ad essere vista.

Una punta di star system non poteva mancare, la bellissima Cate Blanchett è iconizzata grazie a dei primi piani che la raffigurano sempre glamur in qualsiasi epoca si trovi.

La fotografia inoltre è lo strumento con cui Therese guarda Carol, attraverso i suoi scatti viene raccontata l’anima fragile e disorientata di una donna apparentemente sicura e forte. Carol

Conclusioni

Carol è un film ben confezionato che ci catapulta una dimensione socio-politica, oltre che in un amore travolgente e tormentato. C’è azione, amicizia e racconta in modo critico la visione bigotta di una società che, ancora oggi, è chiusa sul tema della genitorialità.

È la storia che cavalca le epoche restando tremendamente attuale; raccontando di donne che si affermano in un mondo prevalentemente maschile e nonostante le avversità alla fine riescono nell’impresa.

Recensione a cinque stelle su Almanacco Cinema