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E la festa continua (2024), la recensione su Almanacco Cinema

E la festa continua. “E poi… Ci siamo noi”

E la festa continua, film di Guèdiguian, ci ricorda come il nostro essere non debba rimanere indietro rispetto a ciò che i nostri ideali portano avanti.

Ci troviamo a Marsiglia, come nella gran parte di tutti i film di Guèdiguian, ed il   film si apre con una ripresa di un servizio giornalistico rispetto al crollo di alcuni palazzi fatiscenti nei quali diverse persone sono morte.

I personaggi principali sono i membri di questa famiglia affiatata ed intellettuale, in particolare Sarkis (Robinson Stèvenin), la sua nuova compagna Alice (Nona Naymark), Rosa (Ariane Ascaride, moglie di Guèdiguian e musa artistica dello stesso), e Henry (Jean Pierre Darroussin).

Rispetto all’incipit introduttivo, il film si sviluppa rispetto a tematiche sociali che evidenziano soprattutto le critiche e le idee del regista riguardo al modo in cui la politica agisce, entra nelle nostre vite e condiziona, sia negativamente che positivamente, il senso delle nostre vite e soprattutto il senso di cosa noi riusciamo ad essere per gli altri.

E la festa continua… e Giorgio Gaber

Personalmente, ho seguito la visione di questo film canticchiando in testa una canzone del nostro cantautore politico per eccellenza, Giorgio Gaber, Un uomo e una donna. Il brano racconta delle turbe del nostro rispetto all’alienazione personale dell’individuo riguardo alla politica, al lasciare indietro sè stessi, all’inseguire le nostre idee ma non riuscendo ad inseguirci.

Il significato del film credo che voglia essere proprio questo. Ci troviamo di fronte a personaggi, in particolar modo Rosa, che hanno anestetizzato l’essenza della vita rispetto a ciò che invece la politica dovrebbe essere, la partecipazione attiva rispetto allo spazio nel quale noi viviamo, ci muoviamo, agiamo.

Ed ecco che invece le riunioni di partito non si rivelano altro che parole riflesse di un pensiero che non riesce a vivere di vita propria ma che va avanti ad inerzia, portandosi dietro lo scheletro di un qualcosa che vuole essere ma che invece non è.

E quindi proprio grazie all’altro, all’altra, i nostri personaggi riusciranno a trovare la vita, grazie al modo più puro e più vero dell’esistenza di ciò che la politica è.

Se E la festa continua riesce a rappresentare molto bene questo concetto, emozionando in molte singole scene piene di senso il concetto che Guèdiguian vuole esprimere, è vero anche che ad un certo punto la storia risulta essere prolissa e ad accartocciarsi su sè stessa, non trovando un modo di confluire in un’esplosione finale come risultato delle storie (bellissime), che si sono raccontate durante tutto il film.

In conclusione

Comunque un film che riesce a raggiungere il suo intento e che tocca buoni picchi emotivi in molte singole scene.

“E poi… Ci siamo noi. Un uomo e una donna. Con tutte le nostre speranze, le nostre paure. Che a fatica ogni giorno cerchiamo di capire che cos’è questa cosa che noi chiamiamo amore” (Giorgio Gaber).