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Furiosa – A Mad Max Saga, recensione del mondo oltre Mad Max

Dopo il successo a Cannes, Furiosa di George Miller è arrivato finalmente in sala. Ma sarà riuscito a mantenere le grandi aspettative?

Dopo nove anni George Miller riporta al cinema il mondo di Mad Max con Furiosa – A Mad Max saga. Prequel del clamoroso e immediato cult Mad Max: Fury road.

Mentre il mondo crollava, la banda del signore della guerra Dementus la giovane Furiosa viene rapida dal Luogo Verde delle molti madri. Per trovare la via di casa dovrà nel corso degli anni far fronte al deserto, alla guerra e al suo desiderio di vendetta.

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La vendetta di Furiosa

Ci si aspettava un altro Fury road ma invece Furiosa propone al pubblico qualcosa di completamente diverso. Una revenge story dove l’odio invece che distruggere le persone le tiene intere trasformandole in bombe sempre pronte ad esplodere.

L’odissea di Furiosa è enorme, piena di personaggi e ambienti. Ma ci troviamo davanti un film più quieto e narrativo, in cui lo spettacolo è forse più emotivo che visivo.

Certo, è vero che il film è forse eccessivo nella durata e nel contenuto, nelle sue 2 ore e 28 minuti cerca di fare molto e ciò porta anche ad alcuni problemi, non insormontabili, di ritmo. In un film talmente grande da poter riempire un’intera miniserie e che in dei momenti può risultare piuttosto frettoloso.

Ma un’odissea deve essere grande, piena di ambienti, trame e intenzioni. E Furiosa è un grande film. Un enorme film.

Una storia personale, spaventosamente attuale e per molti versi non poco politica. Se con Fury Road Miller esprime tutta la sua grandezza registica, in Furiosa, che scrive a quattro mani con Nico Lathouris, c’è tutta la sua grandezza come sceneggiatore.

Il mondo di Furiosa

Abbiamo una nuova prospettiva sul mondo costruito da Miller, che con questo film si espande completamente. In Furiosa possiamo esplorare quei luoghi in cui eravamo solo di passaggio in Fury road.

Furiosa è figlia del Luogo Verde. Una foresta, forse l’ultima, della desertificata Australia che vediamo nel film. Ma non abbiamo nemmeno il tempo di esplorare la casa e la cultura di Furiosa prima che lei venga rapita.

Passiamo quasi immediatamente da un luogo pieno di colori e di vita al mortale e spoglio deserto a noi familiare. Lì conosciamo Dementus e i suoi, esploriamo la crudele vita nel deserto e la disperazione che questi infliggono sulla gente.

La Cittadella di Immortan Joe è nuovamente protagonista di una buona parte del film. Si costruisce su ciò che era già stato fatto da Fury road e si esplora la politica e la vita nel regno di Immortan, facendoci vedere anche Gastown e Bullet Farm. È evidente il grande lavoro di costruzione nella realizzazione di queste spettacolari location, che ci regalano svariate e indimenticabili sequenze.

I costumi e il trucco e parrucco sono, come solito della saga, al centro della scena. In ogni location c’è uno stile di vita e un vestiario diverso e l’attenzione ai dettagli porta realismo, iconicità e storia. Perfino al più secondario dei personaggi basta una singola ripresa per poter raccontare una storia con le sue cicatrici e i suoi vestiti.

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Ma riuscirai a renderlo epico?

La grande dedizione riservata alla storia non lascia di certo sfigurare la grandezza visiva di cui il film è pregno. Tante sequenze rimarranno impresse al pubblico. Dal meraviglioso incontro con Immortan Joe alle lunghe e perfette sequenze d’azione.

La follia visiva di Fury road torna in Furiosa con la fotografia di Simon Duggan (Il Grande Gatsby, La battaglia di Haksaw Ridge). Piena di colori, idee, movimento e di tutte le peculiarità riconducibili alla regia di Miller e la saga di Mad Max. Quando il film è al suo meglio la fotografia può essere tanto poetica e memorabile quanto quella di una grande opera d’arte. Ma il film non è sempre al suo meglio.

La fotografia viene tirata indietro da un sopruso di una CGI che, nonostante la creatività artistica con cui viene realizzata e messa in scena, è spesso a dir poco grezza. Ciò porta a una grave mancanza di realismo in molte scene e la piattezza visiva data dagli effetti visivi crea una grande mancanza nello spettatore per gli stunt e la praticità.

Ciò ha talvolta un impatto negativo sul bellissimo montaggio di Margaret Sixel e Eliot Knapman. Montaggio che cerca di far vivere a pieno al pubblico ogni inquadratura, ogni momento e ogni emozione. Riesce ad essere delicato nella drammaticità e carico nell’azione.

Ma ogni difetto cade ai piedi della grande creatività e genialità visiva di Miller, ed anche il peggiore dei momenti risulta piacevole e sopra la media proposta da un blockbuster medio.

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Senti la sua furia

Se nel comparto visivo è possibile trovare imperfezioni, il comparto sonoro è invece impeccabile.

La sala trema all’imponenza delle macchine protagoniste del film, portando lo spettatore all’interno di esse. Ogni mezzo ha la sua melodia, ogni esplosione ha la propria imponenza. Si vive in un mondo dominato da spari, urla e sabbia ed è come se la sala cinematografica fosse stata creata per questo film.

Tom Holkenborg invece torna a firmare la colonna sonora del film. Holkenborg non è un compositore che solitamente apprezzo. Trovo che le sue colonne sonore tendono a essere eccessivamente pompose o direttamente anonime.

Ma le sue precedenti collaborazioni con Miller avevano dimostrato i miei pregiudizi nel torto. In Fury road trova un film con cui è riuscito a sfogarsi e tirar fuori la sua arte con delirio e creatività. Invece con il più quieto Tremila anni di attesa ha nuovamente dimostrato grande talento ma soprattutto versatilità.

In Furiosa crea per Miller un’ottima colonna sonora, piena di atmosfera e di tensione. Ma di nuovo torna a proporre brani eccessivi, ripetitivi e ben lontani dall’iconicità ottenuta nel film precedente.

Il futuro appartiene ai folli

Anya Taylor-Joy è Furiosa. Di nome e di fatto.

Una grande protagonista, degna delle grandi protagoniste nella storia del cinema. Taylor-Joy porta sullo schermo un personaggio storico e dalle poche parole, carico di odio e disprezzo. Estremamente caratterizzata dal suo grande carico di trauma, che abbiamo modo di vivere nei primi 40 minuti di film tramite la bellissima performance della giovane Alyla BrowneFuriosa ritorna qui i tutta la sua potenza.

Un inedito Chris Hemsworth è Dementus.

Uno splendido antagonista, carico di lutto e tristezza. Dementus è quel che rimane di un uomo che ha visto il mondo morire. Vuole essere buono con la giovane e pura Furiosa quanto vuole essere crudele con tutto il resto del mondo. Ma neanche lui sembra sapere quale di queste due identità rappresenti il vero Dementus. Hemsworth vince il film portando follia con una performance complessa, tanto muscolare e fisica quanto vocale e personale. Caratterizzata tanto dal divertimento, dal terrore e dalla drammaticità.

Abbiamo poi molti personaggi secondari, alcuni nuovi come il geniale Uomo-enciclopedia (George Shevtson), la meravigliosa madre di Furiosa: Mary (Charlee fraser) e l’unico personaggio che riesce a tirar fuori l’umanità della nostra Furiosa: Il Pretoriano Jack (Tom Burke) .

Tornano anche molti dei meravigliosi antagonisti di Fury road con il loro interpreti e sono tanto grandiosi qui quanto nel film precedente. L’unica eccezione è per Immortan Joe, che dopo la morte di Hugh Keays-Byrne è qui meravigliosamente riportato in scena da Lachy Hulme.

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Ammiratemi

Il pubblico torna nel caos e nella furia di Mad Max con un film che scambia la leggenda di Max con l’imperdibile odissea di Furiosa. Non si arriva alla perfezione raggiunta dal suo Fury road, ma non per questo ci troviamo davanti a un’opera minore.

Con Furiosa il grande George Miller torna ad insegnare il cinema e l’azione. Spettacolo, emozione, divertimento e arte si uniscono in un film che necessita di essere vissuto sul grande schermo.

Recensione a quattro stelle su Almanacco Cinema