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Scandalo, la storia dell'amore tra Roberto Rossellini e Ingrid Bergman

Genovese annuncia Scandalo: come andò davvero tra Rossellini, Bergman e Magnani?

Paolo Genovese annuncia il suo prossimo film: Scandalo, basato sulla storia d’amore tra Ingrid Bergman e Roberto Rossellini. Che fece soffrire Anna Magnani.

Paolo Genovese, regista di Perfetti sconosciuti, ha svelato quale sarà il suo nuovo film: Scandalo. Autore della sceneggiatura del film è lo scrittore Francesco Piccolo.

Il film ha come soggetto la passionale relazione amorosa nata tra il regista Roberto Rossellini e l’attrice Ingrid Bergman.

La coppia Magnani-Rossellini

L’antefatto della storia raccontata da Scandalo

Non poche sono le storie d’amore nate attorno al cinema. Questa però ha percorso il cordone ombelicale del cinema mondiale e ancora risuona nelle pellicole di quegli anni.

È il 1948, sta nascendo il neorealismo e ha tra i suoi protagonisti personalità impetuose come Roberto Rossellini, autore di questo filone cinematografico, e Anna Magnani, icona del cinema italiano e amante del regista.

I due sono un binomio perfetto, come si può ammirare in Roma città aperta, capolavoro del regista di cui la Magnani è protagonista.

Il film ottiene un successo esponenziale e viene visto da una giovane attrice svedese, già Premio Oscar, Ingrid Bergman che scrive in una lettera al regista romano:

“Caro Signor Rossellini, ho visto i suoi film Roma città aperta e Paisà e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo ‘Ti amo’ sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei”.

Rossellini riceve poi un secondo telegramma da Bergman mentre è a tavola con Magnani, che intanto gli versa gli spaghetti nel piatto.

Però l’attrice romana, che con Rossellini litigava d’habitude, si accorge dell’atteggiamento infedele e gli rovescia il piatto di spaghetti in testa.

Così, il regista, folgorato da quelle parole puntuali, precise eppure così leggere, vola a Parigi per incontrare la Bergman e le affida il ruolo da protagonista del film che sta per girare Stromboli.

Rossellini aveva precedentemente assegnato il ruolo a Magnani, che per altro non lo vide tornare mai più.

Lo scandalo: le critiche dei media

Inizia la storia d’amore più chiacchierata degli anni Cinquanta: quella tra l’attrice svedese e il grande regista.

Alcuni prendono le parti della nuova coppia, altri quelle della Magnani in quanto vittima, come la stampa italiana.

Anche gli americani non le mandano a dire e inviano a Bergman incessanti lettere d’odio.

Di fatto la Bergman era sposata all’epoca e lo star system americano le aveva attribuito la qualifica di attrice candida e casta, connotazione rafforzata dal ruolo di Giovanna D’Arco che aveva interpretato.

Per gli americani il parallelismo non ha più retto nel momento in cui la diva è corsa in Italia dal regista italiano.

Scandalo, la storia dell'amore tra Bergman e Rossellini

Ma allora… il film con Ingrid Bergman? E Anna Magnani?

Tutti hanno pagato per la vicenda, forse anche il cinema. Tornato in Italia con Bergman, Rossellini gira Stromboli (Terra di Dio), ma non con la casa di produzione Panaria Film, come precedentemente stabilito, bensì con Berit Film e la RKO Radio Pictures.

Tuttavia, i produttori di Panaria Film avevano lavorato alla sceneggiatura del film, per cui decidono di produrre Vulcano, un film gemello a Stromboli.

Il regista è William Dieterle. La protagonista è Anna Magnani, la quale essendo stata scartata per Stromboli dal suo ex amante, accetta per ripicca il ruolo.

Due dive del cinema su due arcipelaghi vicini recitano lo stesso film: le due attrici furono nominate dalla stampa dell’epoca I due vulcani.

I film escono nel 1950, ma l’esito per entrambi non è così felice. Durante la proiezione di Vulcano il film presenta dei problemi tecnici.

Stromboli invece non ottiene un buon riscontro a livello di numeri. Anche la critica non è convinta. La vicenda attorno al film ha influenzato l’opinione pubblica, superando di gran lunga il grottesco.

Eppure, Bergman ottiene il Nastro d’argento come miglior attrice straniera per il ruolo di Karin, la protagonista.

Stromboli: un documentario di vita isolana

Sotto un cielo postbellico, una giovane lituana profuga di un campo di concentramento italiano sposa un giovane pescatore, Antonio, che la porta con sé a vivere a Stromboli, terra natale di lui.

Il film evoca una tensione perenne tra il tentativo di adattamento di Karin in una terra quasi deserta e la linfa di ripresa che sta alla base del dopoguerra. Linfa che a Stromboli non vede la luce.

Da un lato infatti c’è il vulcano che è un vero e proprio personaggio della storia, con la sua gente e il suo impianto sociale lontano dalla modernità a cui il mondo aspirava in quel momento.

Solo rocce,salsedine e silenzio ostile. Niente che esaudisca il desiderio universale di rimonta sociale.

Dall’altro le aspirazioni di una giovane nata in una famiglia agiata del Nord-Europa, che conosce la vita moderna e a quest’ultima aspira.

Tuttavia, appena arrivata sull’isola, la giovane si ritrova a fare i conti col fallimento.

Stromboli rappresenta la parte per il tutto, le fratture interne di un’Italia che fa fatica a rialzarsi dalla guerra.

Scandalo, Ingrid Bergman in una scena di Stromboli (1951)

Stromboli: la natura e il progresso

L’isola è habitat di strutture sociali e mentali quasi primitive che legano l’uomo alla sua terra,in un’inevitabile dipendenza: la paura per l’eruzione del vulcano assopisce qualsiasi iniziativa di progresso.

L’involuzione sociale corrisponde ad una stasi mentale per quell’epoca. Per esempio si vede come l’onore di un uomo a Stromboli è una sembianza da difendere anche con la violenza.

Rossellini rappresenta tutto ciò senza sovrastrutture, seguendo liberamente con la macchina da presa le curve dell’isola e le sue alture, i crateri del vulcano, le case diroccate.

Il regista fa respirare questo desolato pezzo di terra come solo lui sa fare, in contrasto agli occhi vividi e inquieti della Bergman che tenterà poi di fuggire.

La differenza di valori con “la straniera” è accentuata dal multilinguismo. Il film è quasi tutto in dialetto siciliano, persino Antonio parla in dialetto con Karin dando per scontato che lei si sia integrata in fretta.

Dall’altro lato nei momenti più tragici del film, la Bergman recita con la sua voce in inglese: “I want to get out, I want to get out” come a rimarcare che la colpa di questa differenza di visioni non è della guerra, ma dipende dal fatto che questi due mondi, interiori ed esteriori, non si comprendono tra di loro.