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Hollywood Babilonia: la storia di Wallace Reid

Hollywood Babilonia: Wallace Reid, un divo… stupefacente

Per la rubrica settimanale Hollywood Babilonia oggi raccontiamo la triste storia di Wallace Reid, divo del cinema muto con un vizio che gli fu fatale.

Wallace Reid, per tutti Wally, era un interprete di grande successo, legato alla Paramount: all’epoca, i grandi divi del cinema erano il volto stesso delle case di produzione, alle quali spesso si legavano per la vita.

Bello, giovane, occhi azzurri, altissimo – più di un metro e novanta – era dotato di ottime doti attoriali e riscuoteva un grande successo di pubblico.

Hollywood Babilonia: Wallace Reid

Wallace Reid, uno scandalo di droga

Il suo nome apparì inavvertitamente sul cosiddetto Libro Nero contenente i nomi di 117 celebrità considerate pericolose per il buon nome degli Studios.

L’elenco era stato stilato sotto la supervisione del temutissimo Will Hays, noto per essere il censore di Hollywood e l’autore dell’omonimo codice morale che regolava le produzioni cinematografiche.

Reid era segnalato in qualità di consumatore abituale di droghe: per la Paramount, un simile scandalo era un problema: il capo della casa produttrice, Adolph Zukor, si ribellava all’idea di licenziarlo, visto che ciò avrebbe causato una perdita di 2 milioni di dollari.

Quando poi l’indiscrezione arrivò alla stampa, Zukor non ebbe più alternative: anziché licenziare Reid lasciò che questi fosse internato in un manicomio privato: era il marzo del 1922. La moglie Florence presto dichiarò che suo marito era in cura per disintossicarsi dalla morfina.

C’era un motivo per il quale l’attore aveva iniziato a fare uso di droghe: il carico di lavoro troppo oneroso al quale era obbligato dalla Paramount. Ragione per cui ci fu chi ipotizzò che gli studios lo avessero fatto rinchiudere di proposito: per impedirgli di spiegare al mondo il perché della propria dipendenza.

Titoli di coda

Wallace Reid morì durante il suo internamento in manicomio il 18 gennaio 1923, all’età di 31 anni. Sull’epitaffio a lui dedicato, la super diva Mary Pickford scrisse: “Io so che se fosse vissuto avrebbe rimediato a tutti gli errori che aveva commesso”.