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La vita di Adele, recensione Almanacco Cinema

Il blu è un colore caldo: La vita di Adele, capitolo 1 e 2

La vita di Adele, Palma d’Oro al Festival di Cannes 2013 diretto da Abdellatif Kechiche, è tratto dal graphich novel di Julie Maroh Il blu è un colore caldo.

In occasione del Pride Month uno dei primi film che vengono in mente per il rewatch è La vita di Adele (2013) di Abdellatif Kechiche

Il film oltre ad aver vinto la Palma d’Oro a Cannes nel 2013, ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura ai BAFTA, 2 candidature agli European Film Awards, 8 candidature e vinto un premio ai Cesar ed ha vinto 2 Critics Choice Award.

Non molti però sanno che il successo sul grande schermo ha origini da un precedente successo cartaceo.

Dal libro al film: Il blu è un colore caldo – La vita di Adele

Il blu è un colore caldo, di Julie Maroh, nel 2011 è il graphic novel bestseller in Francia e vincitore del premio Fnac al Festival di Angoulême 2011.

La vita di Adele
Il blu è un colore caldo, Julie Maroh 2011

La vita di Clementine (Adele nel film), letta da Emma attraverso il suo diario, non è solo una storia d’amore. Scuote l’animo del lettore raccontando tematiche universali e necessità generazionali con intimità e dolcezza.

Rabbia, insicurezza e soprattutto amore per Emma, sono le emozioni che trasudano dal diario di Clementine. Costretta in un mondo dove vivere la propria omosessualità alla luce del sole può provocare fratture emotive e deviare per sempre il corso di un’ esistenza, il blu rappresenta una scintilla di speranza per un mondo che ostacola la libertà di amare.

Questo amore adolescenziale, che coinvolgerà le due protagoniste per tutta la vita, è un’esplosione di sentimenti ma soprattutto di colori. Clementine muore ma lascia il suo diario ad Emma, racconto del loro amore indelebile come l’inchiostro sulla carta.

Nel grigio mondo di Clementine, s’insinuano i capelli e gli occhi blu di Emma. Quando la storia prende vita, anche le immagini iniziano a colorarsi, ma il blu è pur sempre il primo colore, il più bello e il più caldo. Il gioco di colori e tonalità, crea un netto contrasto fra il passato ed il presente, fra la ricerca e la consapevolezza, fra la speranza e la tristezza.

La vita di Adele, capitoli 1 & 2

Supponendo che la nostra esistenza possa essere suddivisa in capitoli, La vita di Adele diretta da Abdellatif Kechiche, ci racconta il periodo più interessante della nostra vita: la post adolescenza e il pre età adulta. Rappresenta il momento in cui ci domandiamo chi siamo, chi vogliamo essere ed esploriamo ogni aspetto di noi stessi.

Adele (Adèle Exarchopoulos) frequenta l’ultimo anno del liceo classico ed è una divoratrice di romanzi. Cresciuta nella convinzione che le ragazze debbano stare con i ragazzi, ha una relazione con un compagno di scuola Thomas (Jeremie Laheurte) che non la soddisfa a pieno.

La vita di AdeleCome il libro che legge a scuola La vie de Marianne di Marivaux, la scintilla scatta quando per strada vede una ragazza dai capelli blu.

Una sera Adele esce con il suo amico Valentin (Sandor Funtek) in un bar gay, seguendo delle ragazze arriva in un altro locale frequentato da donne. Lì ritrova Emma (Léa Seydoux), la ragazza con i capelli blu, è più grande di lei e frequenta l’università di Belle Arti. Quest’ultima la introdurrà al mondo dell’arte e alla celebrazione dell’energia del corpo.

Inizialmente le due ragazze escono come amiche, inizia per Adele un periodo di interrogativi e scontri. Le sue compagne di scuola non accettano la “nuova” Adele e da questa prima frattura si delinea il suo sentimento infelice.

Nel secondo capitolo Adele muove i primi passi nel mondo dell’insegnamento, mentre Emma è una giovane pittrice che cerca di farsi strada nel panorama artistico. Le due convivono da un po’ di tempo e sono una coppia consolidata. Il cambiamento ce lo da Emma che non ha più la sua stravagante chioma blu, ma il suo biondo naturale.

La coppia trasuda di arte, ma le loro vite sono destinate a prendere due direzioni diverse. Il fatto scatenante avviene quando Emma scopre Adele baciare un collega in macchina lasciandola davanti un portone che non era il loro.

I pregiudizi della società riaffiorano ancora una volta, Adele non ha fatto coming out con i genitori e tantomeno a lavoro. Emma invece attorno alla sua omosessualità è riuscita a crearsi una carriera.

 

La vita di Adele

Emma alla fine si stabilizza con Lise (Mona Walravens) amica fin dai tempi dell’università, ma l’attrazione sessuale per Adele non è mai del tutto scomparsa. Le due si ritrovano in un caffè diverso tempo dopo la rottura, le loro vite sono andate avanti, ma in quel momento il tempo si azzera e riaffiora tutta la passione che le lega.

Nella sequenza finale Adele è alla mostra di Emma, ora è lei ad indossare il primario blu. Conscia che una parte di lei rimarrà per sempre nei quadri della tanto amata Emma, se ne va con la consapevolezza di poter sopravvivere agli amori che non possiamo trattenere preferendo lo struggente languore all’innaturale rimozione.

La vita di Adele, l’importanza del colore

La vita di Adele è una coproduzione fra Francia, Belgio e Spagna, distribuito in Italia dalla Lucky Red.

Se nel graphic novel di Julie Maroh (anche lei coinvolta nel progetto cinematografico) l’importanza del colore la si enuncia dal titolo: Il blu è un colore caldo; nella trasposizione cinematografica l’arduo compito è stato affidato al direttore della fotografia Sofian El Fani.

In ogni inquadratura è presente un dettaglio blu, dai capelli di Léa Seydoux, alle lenzuola del letto di Adele o ancora le pareti o le sedie colorate di blu nello sfondo che ingloba la protagonista.

La camera a mano rende le inquadrature “sporche”, sottolineando il vortice di emozioni che vive Adele. Complici anche i capelli disordinati mossi dal vento e la frenesia della massa che fa da sfondo ad un amore impercettibile che va al di là del tempo. 

La vita di AdeleQuando Emma e Adele sono insieme il resto del mondo non conta, ci sono solo loro due che in un lungo bacio mangiano il sole. Tantissimi i primi piani, delicati all’inizio e crudi quando la storia d’amore finisce.

Nelle lunghe scene d’amore i dettagli fanno da padroni, i loro corpi nudi s’incastrano in un’armoniosa composizione.

Conclusioni

La vita di Adele è senza dubbio un film che al Festival di Cannes fece discutere molto, ma d’altronde il presidente di giuria Steven Spielberg consegnando la Palma d’Oro disse: «La giuria ha preso la decisione eccezionale di attribuire la creazione del film a tre artisti. Si tratta di Adèle, Léa e Abdellatif Kechiche». Premiando in toto la storia d’amore. 

Oggi credo sarebbe più difficile girare un film del genere, qualunque sia l’epoca o lo si ama oppure si odia.La vita di Adele

Le tanto criticate scene erotiche non sono forzate o morbose, ma completano la narrazione psicologica di questa storia d’amore distruttiva. 

La vita di Adele, come Il blu è un colore caldo, ci fa capire che  non tutte le storie d’amore hanno il lieto fine, bisogna sempre fare i conti con la vita. 

 

Recensione a cinque stelle su Almanacco Cinema