Skip to content Skip to footer
Maurizio Casagrande, l'intervista su Almanacco Cinema

Maurizio Casagrande: “Vianello il mio modello. Tornerei a lavorare con Salemme e Buccirosso, ma…”

Il noto attore comico Maurizio Casagrande ha parlato in esclusiva ai microfoni di Almanacco Cinema del suo lavoro e del cinema comico in generale.

Maurizio Casagrande è un celebre attore comico. Di origini napoletane, ha lavorato numerose volte insieme al regista e conterraneo Vincenzo Salemme, con il quale ha esordito al cinema in L’amico del cuore, nel 1998.

Il ultimo film risale allo scorso anno ed è Chi ha rapito Jerry Calà?, diretto da Jerry Calà. Casagrande ha anche diretto un paio di film da regista: Una donna per la vita (2012) e Babbo Natale non viene da Nord (2015).

Sul piccolo schermo è prolifico: la prima volta in tv risale al 2005, con la fiction Carabinieri.

Ci ha concesso un’intervista sulla sua esperienza cinematografica, con riferimento anche alla sua attività in teatro. Dell’intervista di Maurizio Casagrande potete trovare anche una parte legata al calcio pubblicata sul nostro sito partner, Calciostyle.

Lo ringraziamo per il tempo che ci ha concesso.

L’intervista di Almanacco Cinema di Maurizio Casagrande

Com’ è stata l’esperienza nel film Allenatore Nel Pallone 2?

“Quando ho girato quel film era un momento particolare della mia vita, perchè avevo perso da poco mia madre alla quale ero molto legato ed ero molto provato. In quel periodo drammatico della mia vita andai a girare un film comico con un personaggio straordinario come Lino Banfi.

Il conoscere da vicino un personaggio che ha fatto la storia del cinema comico in Italia e sentire che c’era tanta stima nei miei confronti, che si divertiva con le mie cose, mi ha fatto talmente piacere che quasi mi faceva stare bene anche se in quel momento era impossibile stare completamente bene”.

Ti piace lavorare più al teatro o al cinema?

Non ho una preferenza. Se faccio troppo teatro poi mi viene la voglia di fare cinema, se poi invece sto facendo troppo cinema non vedo l’ora di ritornare a fare teatro.

Io penso che siano due modi completamente diversi per fare la stessa cosa. Uno è fatto di grande concentrazione e richiede la capacità di stare ore e ore per poi dare il massimo in un attimo. Non si ha il contatto con il pubblico ed è affascinante per questo.

Mentre a teatro c’è quella adrenalina del fatto che tutto deve accadere in quel momento. C’è quel momento in cui si apre il sipario e dà lì in poi si va in caduta libera fino alla fine ed è bellissimo per questo”.

Quali sono le qualità indispensabili secondo te per essere un buon comico?

L’intelligenza secondo me è una caratteristica fondamentale, perchè al giorno d’oggi ci sono tanti comici che tali volte sono dementi.

A me piace il comico intelligente, che sa far ridere tanto soprattutto di situazione e non apprezzo molto il comico con la battuta pronta.

C’è bisogno di un grandissimo senso del ritmo. Non a caso ci sono moltissimi comici che suonano la batteria e la cosa mi incuriosisce molto. Secondo me non è casuale perché è uno strumento congeniale per il comico.”

Un aneddoto della tua amicizia con Vincenzo Salemme?

“Una volta eravamo in un luogo tipicamente non teatrale, non ricordo se Crema o Cremona, e avevamo preso l’influenza tutti e tre. (anche Carlo Buccirosso, ndr)

Abbiamo fatto a gara a chi aveva l’influenza più alto e siamo arrivati a sfiorare picchi di 39/39,5, ma nonostante questo abbiamo fatto comunque lo spettacolo. (E fuori nevica, ndr)

È stato molto faticoso perché è stato uno spettacolo molto fisico, molto intenso anche se io ho fatto solo un’apparizione. La scena del notaio, che durava 20-25 minuti, ma è stata comunque una fatica enorme.

Perché non ci siamo curati? Stavamo sempre in giro, non ne avevamo la possibilità. Poi noi napoletani siamo scaramantici. (ride, ndr) Quella è stata una sorta di palestra, perché è ovvio che se riesci a fare uno spettacolo decente in quelle condizioni significa che qualcosa hai imparato nella tua carriera”.

Maurizio Casagrande in Babbo Natale non viene da Nord

Qual è l’attore comico a cui ti ispiri?

“Più che un comico parliamo di un presentatore televisivo. Parliamo di Raimondo Vianello. Un uomo di un’eleganza, di una sagacia, di una capacità di fa ridere spaventosa. Io penso che se mi dicessero ‘Come vorresti rinascere se ti potessi costruire da solo?’ io vorrei rinascere Raimondo Vianello.

Chiaro che erano altri tempi. Oggi probabilmente uno come lui starebbe a casa perché purtroppo si è scelto tutt’altro, però lui era capace di far ridere con un’eleganza straordinaria riuscendo al tempo stesso riusciva a essere ‘cattivo’.

Talvolta diceva cose terribili. Però riusciva a stare dentro e fuori dalle situazioni senza mai essere cialtrone. Presentatore di altissimo livello, ma che al tempo stesso conservava un’ironia e un senso del ritmo davvero assurdi”.

Il trio composto da te, Salemme e Buccirosso si ricomporrà?

“Non te lo so dire. È una situazione complessa. Siamo tre persone che hanno preso tre strade diverse, che ringraziando il cielo ci hanno portato a essere pieni di impegni ma soprattutto di responsabilità.

Quindi non solo servono l’idea e il perché, che sono fondamentali, ma anche il tempo di ritrovarsi tutti assieme. Se a uno di noi tre venisse in mente di fare qualcosa assieme la risposta sarebbe ovviamente sì, ma diventerebbe complicato far coesistere i tempi con vari impegni di ognuno”.