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Mohammad Rasoulof è stato condannato al carcere.

Mohammad Rasoulof è stato condannato di nuovo

Il regista iraniano Mohammad Rasoulof, in concorso col suo ultimo film al Festival di Cannes 2024, è stato arrestato dalla Repubblica Islamica. Di nuovo.

La condanna per Mohammad Rasoulof

Il regista Mohammad Rasoulof è stato accusato di “collusione contro la sicurezza nazionale”.

L’avvocato del regista, Babak Paknia, tramite i canali social ha dichiarato che la condanna rilasciata dalla Repubblica islamica ai danni di Mohammed è di otto anni di carcere, frustate, multa e confisca dei beni.

Nelle stesse ore in cui Mohammad Rasoulof è stato condannato, al Festival di Cannes, tra qualche giorno, verrà proiettato il suo ultimo film Il seme del fico sacro.

Mohammed, figlio dei Festival europei

Mohammed già nel 2005 col suo Jazireh ahani (L’isola di ferro), venne selezionato a Cannes. Un film ambientato in una petroliera in disarmo, alla fonda presso la costa sud-orientale dell’Iran. Qui, hanno trovato alloggio profughi e diseredati, fondando una vera e propria comunità. A rovinare tutto sarà di nuovo la corruzione e l’avidità dell’uomo.

Il regista iraniano vinse anche l‘Orso d’oro di Berlino nel 2020 con Sheytān vojud nadārad (Il male non esiste). Film in quattro episodi sul tema della pena di morte in Iran. 

L’alleato di Mohammed, il cinema

Mohammed Rasoulof nel luglio del 2022 venne già arrestato per aver partecipato alle manifestazioni scoppiate in Iran dopo il crollo di un edificio in cui morirono più di 40 persone nel sud del paese.

In quell’occasione, un gruppo di cineasti iraniani riuniti proprio da Rasoulof Mohammed, chiesero a gran voce che le forze di sicurezza depongessero le armi di fronte alla protesta del popolo contro la corruzione.

Le autorità lo hanno rilasciato alla fine del 2023, dopo che le manifestazioni antigovernative si sono progressivamente spente.

Un regista scomodo

I media ufficiali iraniani non hanno ancora fornito nessuna informazione su quest’ultima condanna per Mohammed.

Sono 5.245 i chilometri che separano l’Iran da Cannes. Da una parte si stanno ultimando gli ultimi ritocchi prima dell’inizio del famoso Festival, dall’altra, un regista bloccato nel suo paese con la bocca che gli viene tappata in tutti i modi, solo perché ha il coraggio di parlare.

E nel frattempo ci si chiede se, per salvaguardare Mohammad, il comitato del Festival di Cannes, non decida di far ritirare il suo film, Il seme del fico sacro.

Mohammad Rasoulof non fa altro che usare l’arte (il cinema) seguendo il loro obiettivo: parlare, esprimersi, dire un qualcosa, mettetela come volete.

Ma non sempre questo è gradito.