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Morgan Freeman beffato dall'AI

Morgan Freeman è l’ultima vittima dell’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale applicata al cinema? Un’opportunità ma anche un grande rischio: lo dimostra il recente caso della voce di Morgan Freeman. E non solo.

L’ambito cinematografico è uno di quelli nei quali l’intelligenza artificiale mostra di più il suo lato oscuro: pensiamo, ad esempio, ai vari esempi di video deep fake che vedono come protagoniste celebrità di vari ambiti, tra i quali il cinema.

Il timore è che in futuro si potranno girare film senza ricorrere affatto ad attori in carne ed ossa, avendo la possibilità di replicare perfettamente sia i loro corpi e movenze che le loro voci.

Ed è proprio la voce riprodotta attraverso l’AI quella che ha scatenato l’ultimo caso di “truffa” a Hollywood. Caso che vede coinvolto l’attore afroamericano Morgan Freeman, noto anche per aver spesso prestato la propria voce in voiceover per programmi e documentari, come La marcia dei pinguini.

AI, il caso Morgan Freeman

Lo scorso venerdì, l’attore Premio Oscar ha pubblicato un emblematico post di ringraziamento rivolto ai fan su X.

Questo il testo: “Grazie ai miei incredibili fan per la vostra vigilanza e supporto nel denunciare l’uso non autorizzato di una voce IA che mi imita. La vostra dedizione aiuta a mantenere l’autenticità e l’integrità al primo posto. Grato.”

Gli hashtag sul suo post, #scam e #IdentityProtection, esplicitavano il motivo del suo ringraziamento.

Cos’è capitato ai danni di Morgan Freeman?

Pare che un utente di TikTok, che si autodefiniva la nipote di Morgan Freeman, abbia pubblicato sulla celebre piattaforma social un video nel quale figurava una narrazione ad opera della voce dell’attore riprodotta dall’intelligenza artificiale.

Non solo Morgan Freeman: anche Scarlett Johansson

Non è la prima volta

Non è la prima volta che una voce AI generated suscita scalpore. Qualcosa di simile è capitato anche all’attrice Scarlett Johansson, che il mese scorso ha minacciato di adire un’azione legale contro OpenAI per aver copiato la sua voce, dopo il suo rifiuto di autorizzarne l’utilizzo all’azienda.

A proposito di questa incresciosa vicenda Johansson ha detto: “Quando ho sentito la demo rilasciata, sono rimasta scioccata, arrabbiata e incredula che il signor Altman (fondatore di OpenAi, ndr) avesse realizzato una voce che suonava così inquietantemente simile alla mia che i miei amici più stretti e i mezzi di informazione non riuscivano a distinguere la differenza”.