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Priscilla, la regina del deserto, Recensione su Almanacco Cinema

Priscilla, la regina del deserto: arrivano le Drag Queen

Nel deserto mancavano solo le Drag Queen. Fra realismo e onirismo, Stephan Elliot nel 1994 dirige il film Premio Oscar Priscilla, la regina del deserto.

In occasione del Pride Month, concludiamo il mese con IL FILM per eccellenza: Priscilla, la regina del deserto (titolo originale The Adventures of Priscilla, Queen of the Desert) colui che ha ispirato l’omonimo musical famoso in tutto il mondo.

[ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER!]

Priscilla, un cast che non ti aspetti

Tre star di Hollywood fuori dai consueti ruoli in cui siamo abituati a vederli.

Ad interpretare Bernadette Bassenger, una donna trans, si nasconde un irriconoscibile (in questo caso) ma iconico uomo dagli occhi di ghiaccio: il Generale Zod in Superman del 1978, Finis Valorum in Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999), il critico d’arte John Canaday in Big Eyes (2014), stiamo parlando di Terence Stamp. 

In una inedita veste Drag Anthony ‘Tick’ Belrose / Mitzi Del Bra: il re degli elfi Elrond della saga fantasy più famosa al mondo Il Signore degli Anelli (di Peter Jackson dal 2001 al 2003) e Lo Hobbit (2012 – 2014), il cattivo agente Smith in Matrix (1999) e Matrix Revolutions (2003), l’iconico in V per Vendetta (2005) è Hugo Weaving

Nei panni della elettrica ma fragile Adam Whitely / Felicia Jollygoodfellow, troviamo niente meno che Guy PearceFamoso soprattutto per aver interpretato Leonard Shelby il protagonista di Memento, diretto da Christopher Nolan nel 2000, Fernando Mondego l’antagonista del film Montecristo del 2002 e il bellissimo Alexander Hartdegen, il protagonista del film cult del 2002 The Time Machine

La peculiarità di Priscilla, la regina del deserto risiede proprio nella scelta di un cast azzeccato. Seppur esordienti, Weaving e Pearce, mentre un bel po’ meno Stamp, visti i tempi la loro si può etichettare una scelta rischiosa. Nonostante ciò hanno saputo interpretare con delicatezza dei ruoli molto difficili, dimostrando la loro versatilità artistica.

La trama

Raccontata brevemente la trama di Priscilla, la regina del deserto: due Drag Queen e una transessuale, partono da Sydney e attraversano tutta l’Australia su di un pullman, fino a Melbourne; sarebbe come amputare un arto ancora funzionante.

Bernadette Bassenger, Mitzi Del Bra e Felicia Jollygoodfellow, sono i nomi d’arte di Anthony ‘Tick’ Belrose e Adam Whitely, che si esibiscono nei più famosi gay bar di Sydney. Il primo tourning point avviene dopo la morte del compagno di Bernadette. Triste, accetta l’invito di Tick e Adam, in un viaggio per esibirsi al Lasseters Hotel Casino.

Come mezzo di trasporto, le tre adottano un vecchio pullman che battezzano “Priscilla, la regina del deserto”, reso appariscente, partono alla volta del deserto. Durante il viaggio scopriamo che l’hotel per il quale sono diretti è di proprietà dell’ex moglie di Tick, con la quale ha anche un figlio.

Il viaggio viene interrotto, nel bel mezzo del deserto, da un guasto al motore. In cerca di aiuto incontrano Bob (Bill Hunter), un meccanico di larghe vedute, che decide di farle esibire in un bar del luogo mentre ripara Priscilla.  Purtroppo gli abitanti del luogo, Alice Springs, non sono abituati a questo genere di esibizione e non apprezzano lo show, bensì accettano l’assurda esibizione della moglie di Bob.

Riparato il veicolo, prima che il trio riparta, Bob inizia a sentire un certo interesse per Bernadette e decide di unirsi a loro nel viaggio. Durante il percorso, i nostri eroi, provano giorno e notte le esibizioni per lo show finale. In questa tournée nel deserto, non mancheranno molti episodi di omofobia ai quali, dovranno fare fronte comune per superarli e andare avanti.

Arrivati alla fine del viaggio, Tick teme che suo figlio non approvi il lavoro che fa, per questo motivo gli nasconde anche la sua sessualità. Dopo uno spettacolo, però, Tick capisce che suo figlio sa già tutto. Il bambino è fra la folla che applaude entusiasta il padre.

Il film, come è giusto che sia, termina con uno splendido lieto fine: il figlio di Tick decide di andare a Sydney per stare un po’ con il papà ed Adam; Bernadette e Bob tornano ad Alice Springs, per provare ad approfondire il loro rapporto.

Priscilla: oltre i lustrini c’è di più

A primo impatto, il film Priscilla può sembrare un eccentrico road movie con protagoniste due Drag Queen e una transessuale, ma non è assolutamente così.

Il meritatissimo Premio Oscar per i Migliori costumi è la ciliegina sulla torta di questo capolavoro senza tempo. Con questo sfarzoso pullman, non solo attraversiamo il deserto, ma ripercorriamo anche l’epoca d’oro della musica disco anni 70 (Gloria Gaynor, gli Abba, i Village People fino a Sempre Libera da La Traviata).

In questo trionfo del kitsch, Priscilla affronta temi necessari per la comunità LGBTQIA+: discriminazione, omo e transfobia, ma soprattutto racconta al grande pubblico l’arte di fare Drag e quanto una famiglia possa essere colorata. Perché una famiglia ti accoglie, ti accetta, supporta e difende, indipendentemente dal legame sanguigno.

In conclusione

Priscilla, la regina del deserto attraverso un viaggio, racconta una storia d’inclusività. Mostra luci e ombre di un universo colorato, ma costantemente in pericolo perché fragile. È uno squarcio dei mille volti della società, ma anche un’ introspettiva nella singola persona che ogni giorno deve subire discriminazioni.

Elliot ci regala una storia piena di ironia ed umorismo, capace di farci riflettere su questioni, per anni, taciute. Questo rende Priscilla, la regina del deserto non un semplice musical, ma un movimento capace di illuminare le menti più ottuse e spronare ad essere chi si è veramente, senza avere paura dei giudizi altrui.

Recensione a quattro stelle su Almanacco Cinema