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The Nice Guys

The Nice Guys, la recensione del film con Ryan Gosling

Con The nice guys il regista Shane Black porta il pubblico indietro nel tempo con una buddy comedy ambientata nella Los Angeles del 1977.

Il regista e sceneggiatore Shane Black torna al cinema che lo ha visto debuttare alla regia. Con The nice guys riprende, celebra e modernizza uno dei più classici dei generi, il buddy movie.

In The nice guys ci ritroviamo nella Los Angeles del 1977. Seguiamo Holland March, un investigatore privato alla deriva che si ritrova ormai a prendere casi da confuse vecchiette. In uno di questi casi si mette alla ricerca della giovane Amelia, una ragazza in qualche modo legata alla morte della pornostar Misty Mountains. Le strade di March si incroceranno con il manesco Jackson Healy, ingaggiato da Amelia per protezione. Ma alla scomparsa di Amelia, Healy dovrà chiedere aiuto a March per salvare la ragazza. I due si troveranno in un caso pieno di intrighi, pericoli, inquinamento e porno.

Il nostro duo

Russel Crowe (Il gladiatore) è Jackon Healy. Bruto e stoico, ma al contempo gentile e volenteroso. Non è un poliziotto e non è un detective, è l’uomo che chiami quando qualcuno deve ricevere una lezione. È innegabile che Crowe sia ultimamente il caduta libera come attore, scegliendo progetto sbagliato dopo progetto sbagliato, l’attore sembra adesso l’ombra del mito che conquistò l’Italia diventando Gladiatore. Ma in The nice guys porta non necessariamente la sua miglior performance, ma la mia preferita. Healy è un personaggio tanto fisico quanto emotivo e Crowe dà realismo e carisma a quello che poteva facilmente risultare come un generico bruto dal cuore d’oro.

Ryan Gosling (Drive) è il detective Holland March. Sbadato e depresso ubriacone, March è disposto a tutto pur di guadagnare, bere e lavorare il meno possibile. Vedovo e amorevole ma sbadato padre della giovane Holly. March ha rinunciato a ogni speranza di trovare la felicità nella sua vita. Nella sua carriera Gosling si è più volte dimostrato tanto grande come attore comico quanto come attore drammatico, e qui non delude. Realizza geniali momenti di slapstick come la caduta dal balcone o le urla che ricordano più Bugs Bunny che un essere umano. Una performance piena di divertimento ed energia, in cui tutti i colori e l’assurdità di March vengono espressi anche nel più più piccolo dei movimenti.

Unire gli opposti

Dopo Kiss kiss bang bang, Shane Black torna in The nice guys a unire gli opposti. Due uomini unicamente accomunati dal proprio desiderio di migliorarsi devono mettere in disparte le loro differenze per risolvere il più grande mistero nella loro vita.

Healy vuole trovare nella vita uno scopo e un senso di utilità ma finisce per cercarlo nella violenza. March è un detective ubriacone che ha rinunciato all’idea di servire a qualcosa. I due si muovono in una sceneggiatura caratterizzata da geniali battibecchi e meravigliosi dialoghi. Racconteranno la loro vita e le loro storie, e insieme cercheranno di migliorarsi.

La furba Holly Healy, interpretata da Angourie Rice (Spiderman: Homecoming), è il ponte che li unisce. Bussola morale del film e forse anche il suo personaggio migliore. Desiderosa di aiutare e proteggere il padre March, con cui è molto schietta, per cui vuole essere un esempio. La brillante tredicenne è tanto protagonista quanto il nostro duo e porta i momenti più emotivi e personali del film.

The nice guys

Il grande caso

Chiaramente il film non funziona se non abbiamo un investigazione abbastanza interessante. E the nice guys non delude, proponendo un caso politico, ambientale e molto attuale.

Abbastanza intricato da non risultare ovvio ma senza mai arrivare ad essere complicato o difficile da seguire. Il pubblico viene immerso nelle investigazioni e passa buona parte del film a cercare risposte e spiegazioni. Il caso riesce alla fine a risultare più che soddisfacente grazie alla sua costruzione e climax. Difficilmente si uscirà insoddisfatti da ciò che si segue.

Amelia, interpretata da Margaret Qualley, è il simbolo della gioventù anni 70. Una giovane ribelle che nel suo particolare modo di ricerca giustizia si ritrova in un guaio più grande di lei.

Troviamo i fantastici antagonisti come l’anonimo e minaccioso personaggio interpretato dal sempre meraviglioso Keith David. L’inquietante e misterioso John Boy, interpretato da Matt Boomer, che arriva a sembrare un infermabile macchina da guerra. E infine l’inesperto ed egocentrico Blue Face, interpretato da Beau Knapp. E numerosissimi personaggi secondari colorano il mistero e rendono la città viva.

Il film non si perde mai nelle atmosfere comiche ma anzi, riesce ad essere un vero e proprio noir. Si pone lo strano obbiettivo di destrutturare il genere per celebrarlo pienamente. Addio a colori cupi e musiche piene di tensione, diamo il benvenuto a un mondo pieno di colori e canzoni pop scelte perfettamente e che non possono che essere ascoltate e riascoltate.

Esploriamo una Los Angeles che ritorna in un tempo di scandali e disco. Grazie a grandi location e scenografie il pubblico si lascia andare e viene pienamente immerso nelle atmosfere del film. Ci si perde nelle grandi feste piene piene di colori e bellissimi costumi.

Il terzo film di Shane Black

Nuovamente accompagnato dallo storico produttore Joel Silver il regista e sceneggiatore di The nice guys, Shane Black, non è di certo l’ultimo arrivato.  Sceneggiatore di cult come Arma letale e L’ultimo boy scout, Black ha debuttato alla regia nel 2005 con l’acclamato Kiss kiss bang bang per poi continuare con il divisivo ma bellissimo Iron man 3.

La bellissima e immersiva messa in scena di Black sembra figlia di un regista con ben più di due film alle spalle. La sceneggiatura, Scritta a quattro mani con Anthony Bagarozzi (Road house (2024)), rasenta la perfezione. Qui Black ha modo di puntare tutto e realizzare un film che sia puramente suo con il quale riesce ad affermarsi pienamente come autore.

A supporto di Black troviamo l’impeccabile fotografia di Philippe Rousselot (Big Fish), coloratissima e piena di movimento. Viene accompagnata da un meraviglioso e inarrestabile montaggio pieno di ritmo, realizzato da Joel Negron (Thor: Ragnarok).

La colonna sonora originale composta da David Bucklay (Io sono nessuno) e John Ottman (X-man 2) funziona e, nonostante non regga il confronto con la bellissima e variegata selezione di brani non originali, risulta piacevole e molto orecchiabile. In particolare il tema principale del film riesce a rimanere in testa allo spettatore

Quei nice guys

Peccaminosamente ignorato al cinema e privato di un possibile sequel. The nice guys non è certamente il miglior esempio del suo genere, ma è tra i migliori. Shane black porta un film che non stanca mai e che con pochi, pochissimi difetti riesce a migliorare di visione in visione.

Il duo protagonista è perfetto e approfonditamente caratterizzato, il resto del cast enorme e creativo. Un film carico di emozioni e di avventura, con un comparto tecnico che funziona in tutto. Non c’è un minuto di troppo, non c’è una scena mediocre e difficilmente le battute non riescono perlomeno a far sorridere lo spettatore.

Un utilizzo di commedia slapstick come difficilmente si vede oggi, accompagna un noir maturo e interessante in cui i personaggi sono sempre in primo piano. Ci viene proposto intrattenimento di primo livello per una commedia brillante e destinata a diventare cult.

Recensione a quattro stelle su Almanacco Cinema