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Un uomo vero, la recensione della miniserie Netflix

Un uomo vero è una miniserie prodotta da Netflix che vede il grande ritorno di un ottimo attore famoso negli anni Novanta: Jeff Daniels.

Il titolo originale è A Man In Full, che suona un po’ come “Totalmente uomo”: in italiano è stato tradotto come Un uomo vero. È il titolo di una delle ultime uscite su Netflix che, ve lo anticipiamo, è un prodotto davvero valido.

Adattamento di un romanzo del celebre scrittore statunitense Tom Wolfe, autore di un altro romanzo adattato per il cinema, Il falò delle vanità, è provocatorio e dissacrante dall’inizio alla fine.

Un uomo vero, la sinossi

Dalla festa alla tragedia. Dopo aver festeggiato il suo compleanno in pompa magna, all’immobiliarista di Atlanta Charlie Croker crolla il mondo addosso: persone che credeva amiche gli si rivoltano contro, la sua azienda è in bancarotta.

Dovrà combattere con le unghie e con i denti per non soccombere quando il suo impero comincia a sgretolarsi.

E, nella vicenda, le sue donne passate e presenti giocheranno un ruolo fondamentale.

Charlie Croker, il “vero uomo” bianco e made in the USA

Charlie è un maschio bianco americano di successo dal discreto egocentrismo, con il debole per le donne e per il sesso, che in lui pervade anche il linguaggio – tutte le sue metafore sono a sfondo sessuale.

È ossessionato dal bisogno di non sembrare mai vecchio e vive con il contachilometri perennemente su di giri.

È un uomo di successo che a un certo punto deve fare i conti con la caduta e con il rischio di perdere ogni cosa: rischio tangibile, visto che ha un miliardo di dollari di debito con una banca.

Oltre ai guai finanziari ci si mettono i limiti fisici: Charlie non ha il pieno controllo sul proprio corpo, che non risponde più bene come un tempo.
In altre parole: Charlie, con tutti i suoi difetti e limiti che cerca costantemente di superare, è destinato a starci simpatico.

Un uomo vero, Charlie e la sua moglie non-trofeo

I personaggi femminili, un potenziale non pienamente sfruttato

I personaggi femminili presenti nella serie, malgrado l’antropocentrismo evidente fin dal titolo, meriterebbero molto più spazio. I due personaggi più importanti sono le due “mogli di”: l’ex moglie di Charlie, Martha, e la moglie in carica, Serena.

La prima è una cinquantenne molto attraente e brillante che ancora condivide alcuni affari con l’ex coniuge, la seconda sembra – ma non è – una semplice “moglie trofeo”.

Decisiva nel corso della storia sarà anche un’amica della sua ex, la modella e influencer di bellezza Joyce Newman (interpretata dall’ex Charlie’s Angel Lucy Liu).

Malgrado il grande potenziale di questi personaggi, ritieniamo che non siano stati sufficientemente esplorati nelle loro storie e motivazioni. Soprattutto Serena, della quale non ci viene data alcuna informazione. E resta sempre un po’ ai margini, sfocata, pur meritandosi un trattamento diverso.

Un uomo vero, gioco al massacro

Lo sviluppo della trama svela le trame di quello che è, letteralmente, un gioco al massacro. Un piano ben congegnato e volto a demolire la figura e la carriera di Charlie Croker.

A contrapporglisi, come vera e propria nemesi, è il personaggio di Raymond Peepgrass, suo sottoposto e da lui apostrofato come “insetto”. Fin dall’inizio, Peepgrass individuerà quella che è la sua missione numero uno: far deflagrare la figura dell’imprenditore.

Il gioco al massacro culminerà in un finale aperto a diverse interpretazioni, e che potrebbe dare adito a una seconda stagione.

Un uomo vero, Jeff Daniels

I temi portanti

Un uomo vero è una serie ricca di tematiche. Il tema preponderante è quello del potere: di chi lo detiene e lo esercita (Croker) a chi lo verrebbe detenere ed è pronto a tutto per prenderselo (Peepgrass).

Un altro tema importante è quello della questione razziale: a partire dal personaggio del marito della segretaria di Croker, Conrad (Jon Michael Hill), arrestato e processato per aver risposto al pugno ricevuto da un poliziotto.
Non è casuale l’enfasi data alla questione, dal momento che la regista della miniserie, Regina King, è orgogliosamente afroamericana (e, recentemente, è stata protagonista del biopic Netflix Shirley).

Un uomo vero, Jeff Daniels in una scena

Un uomo vero, il cast: ritorno in grande stile per Jeff Daniels

Al cinema non lo vediamo dal 2020, quando uscì Adam di Michael Uppendahl: Jeff Daniels è un ottimo attore comico e, più in generale, un ottimo attore. Noto soprattutto tra gli anni Ottanta e i Novanta, anche grazie ai due film interpretati per Woody Allen (La rosa purpurea del Cairo, Radio Days), Daniels è in grado di sostenere ruoli al limite del demenziale (Scemo & più scemo con Jim Carrey e i seguiti) al pari di ruoli più poetici e malinconici (Pleasantville di Gary Ross).
Qui risulta perfettamente credibile nei panni ironici quanto odiosi dell’uomo di successo wasp Croker.

A contendergli la scena in Un uomo vero è il suo principale antagonista: il più giovane Tom Pelphrey, interprete del perfido e ambizioso Raymond Peepgrass. Visto poco al cinema, solo in 5 film (il più importante: Mank di David Fincher), Pelphrey si è fatto notare soprattutto nella serie Netflix Ozark. Qui si mette completamente a nudo, nel vero senso della parola. E noi lo vorremmo vedere un po’ più spesso sul grande e sul piccolo schermo.

Grande ritorno anche per Diane Lane, reduce dall’ottima prova di Feud: Capote VS The Swans, la miniserie di Ryan Murphy nella quale interpretava la socialité Slim Keith. Un tempo interprete ideale di personaggi femminili attraenti e ad alto tasso di sensualità – leggi alla voce Unfaithful – L’amore infedele – alla vigilia dei 60 anni Lane si è saputa trasformare in un’attrice più completa e credibile anche in ruoli diversi. Al cinema non la vediamo dal 2021, quando uscì Zack Snyder’s Justice League di Zack Snyder.

Un uomo vero, Diane Lane in una scena della serie

Un uomo vero, i pareri della critica

La critica statunitense è stata piuttosto critica nei confronti di Un uomo vero, malgrado il frequente accostamento a una serie amatissima da critica e pubblico, Succession (2018-2023).

Se il critico di Deadline Dominic Patten ha apprezzato la “stellare interpretazione” di Daniels, la maggior parte degli altri critici ha accolto tiepidamente la serie.

Tra gli altri Judy Berman del Time, che l’ha definita “frivola” a dispetto delle tematiche importanti da essa affrontate. Più feroce Brian Lowry, che su Cnn ha definito “un investimento che non paga” il tempo speso per guardare Un uomo vero.

Serie che a noi, seppure a tratti superficiale, è piaciuta.

In conclusione

Un uomo vero è una miniserie molto ben diretta e recitata, che tuttavia approfondisce poco la backstory di alcuni personaggi, soprattutto quelli femminili.

Malgrado questa mancanza, è un prodotto ad alto tasso di intrattenimento che appassiona fino alla fine, soprattutto grazie alle ottime prove dei due protagonisti/antagonisti maschili: Jeff Daniels e Tom Pelphrey. Che ingaggiano, passateci il termine, una vera e propria lotta all’ultimo… pene.

Recensione a tre stelle su Almanacco Cinema